giovedì 19 maggio 2011

Il discorso per la veglia 2011 contro l'omofobia

Oggi 17 Maggio 2011, si commemora la giornata mondiale contro l'omofobia e si veglia insieme, in molte parrocchie italiane, per ricordare le vittime dell'omofobia e di tutte le discriminazioni.
Il versetto scelto da molti gruppi di omosessuali credenti, per affrontare il tema delle discriminazioni in preghiera, quest'anno, è Dio mi ha insegnato a non chiamar profano o impuro alcun uomo (Atti 10,28).
Le veglie, nate in Italia cinque anni, fa grazie all'appello lanciato da Kairos, il gruppo fiorentino di credenti omosessuali, oggi si svolgono in gran parte del mondo, in Venezuela, Cile, Germania e Spagna.
Qual è il motivo di tante adesioni? Forse è la struttura stessa delle veglie ad attirare tante persone: esse non rappresentano solo il momento del ricordo delle vittime dell’omofobia ma, soprattutto, vogliono essere un messaggio di speranza.
Ogni Veglia inizia con le testimonianze delle vittime dell'omofobia, storie spesso tratte da internet, dai giornali o raccontate da chi ha vissuto quelle tragedie, frammenti di vite violate la cui narrazione, nelle veglie, viene alternata a letture di episodi del Vangelo di segno opposto affinché, dove sembra vincere la violenza, ci si ricordi l'importanza dell'amore, per far sì che, dove c'è intolleranza, riscopriamo il senso dell'accoglienza cristiana e, nel caso si abbia paura, non si perda di vista il senso della nostra fede.
Al termine delle testimonianze, dopo un lungo silenzio di meditazione, alternato a canti e preghiere, nelle veglie comincia il momento del racconto, lasciato a quanti hanno saputo vincere l'omofobia grazie al messaggio salvifico del Vangelo.
Gli esempi abbondano: madri che ricordano come, dopo l’iniziale rifiuto dell'omosessualità dei loro figli, oggi siano diventate le paladine dei loro diritti, sacerdoti che raccontano perché hanno deciso di aprire le porte delle loro chiese alle persone omosessuali ed anche molte persone che hanno deciso di uscire allo scoperto, dopo anni di silenzio e solitudine.
Infine, l’importanza delle veglie non risiede solo nella formula adottata, ma anche nella stessa loro organizzazione, un momento ecumenico d’incontro, di confronto e di scambio d'idee tra credenti.
Così le relazioni tra i credenti omosessuali e le loro comunità cristiane ne escono sempre rafforzate; non a caso le veglie vogliono essere un ponte tra i credenti omosessuali e le loro comunità di fede.
Dando una rapida occhiata al numero crescente di organizzazioni e chiese che, di volta in volta, hanno deciso di partecipare all'evento, si rimane stupiti.
Organizzare una veglia non è mai facile. Non bisogna mai arrendersi, se si vuole realizzare una veglia nella propria comunità: non mancheranno i rifiuti, i silenzi imbarazzati, ma non ci si deve abbattere al primo rifiuto e, se non giunge nessuna risposta, è buona cosa, a ridosso delle veglie, scrivere e divulgare una lettera aperta alla chiesa d'appartenenza. Non c'è da preoccuparsi se non c’è nessuna risposta immediata. Prima o poi essa arriverà.
Basti pensare che il primo anno in cui vennero organizzate le veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia – era il 2007 – quasi nessuna comunità cattolica prese parte alla manifestazione e la maggior parte delle comunità ad aderire fu rappresentata dalle chiese valdese, battista e metodista, che ospitarono le prime veglie, la maggior parte delle quali si svolse, invece, in alcune case private.
Dal secondo anno in poi le prime parrocchie cattoliche cominciarono ad accettare; il loro numero raddoppiò durante il terzo anno mentre, dal quarto in poi, anche il Vescovo di Cremona ha voluto partecipare alla veglia tenuta nella sua città insieme ai suoi parrocchiani.
Per molti gruppi di cristiani omosessuali le veglie hanno rappresentato il mezzo per uscire allo scoperto e per far comprendere, con la loro testimonianza, che gli omosessuali non sono una categoria sociale ma sono persone che, come tante altre, sono sedute tra i banchi di tutte le nostre chiese.
Inoltre è partito proprio in questi giorni un invito agli uomini ed alle donne di buona volontà della Spagna e dell’America Latina, al fine di unirsi ad una delle tante veglie che avranno luogo nei loro Paesi.
Vegliamo insieme per non dimenticare.
Anche in questo modo è possibile cambiare le menti ed i cuori delle persone in nome di una società più giusta.