martedì 3 gennaio 2012

Un infarto ha stroncato a 69 anni don Piero Borelli

02-01-2012 - La Repubblica

DONATELLA ALFONSO
MORTO IL PARROCO CHE CHIEDEVA DI FARE PIÙ LUCE SUL CASO RASERO
 

Lo aveva fatto anche dando accoglienza e ascolto al Gruppo Bethel, un nome che non a caso significa "La casa di Dio". Un gruppo di gay, donne e uomini, credenti

Un infarto ha stroncato a 69 anni don Piero Borelli, da sempre in prima linea per i diritti degli esclusi



Non aveva certo mai paura di tirarsi indietro, don Piero Borelli, scomparso a 69 anni la mattina dl 31 dicembre, stroncato da un infarto nella parrocchia di Vercelli, dove era tornato da alcuni mesi. Per il salesiano, fino a metà dello scorso anno parroco di San Giovanni Bosco e San Gaetano a Sampierdarena, mettersi in discussione e discutere sul mondo era l´impegno di ogni giorno: anche andando incontro a critiche di ogni genere. Lo aveva fatto anche dando accoglienza e ascolto al Gruppo Bethel, un nome che non a caso significa "La casa di Dio". Un gruppo di gay, donne e uomini, credenti, che presso Don Piero, prima nella parrocchia di via Carlo Rolando e ora, dopo il trasferimento di don Piero a Vercelli ("Nessuna punizione, nessuna censura: si trattava di un trasferimento di routine, e ci teniamo a dirlo contro troppe voci che abbiamo sentito" ribadiscono Lidia Borghi e Laura Ridolfi, animatrici e portavoce di Bethel) continuava a trovare accoglienza presso la comunità di San Benedetto, nei locali di via Buozzi. Dove don Piero, una volta al mese, giungeva per continuare incontri e approfondimenti.
Avvicinare gli esclusi, ma anche chi si trova sotto accusa: un´altra scelta scomoda di don Piero. Che nei mesi scorsi aveva rivelato di essere in corrispondenza, da un anno e mezzo, con Antonio Rasero, il broker genovese condannato per lo sconvolgente omicidio del piccolo Alessandro Mathas, ucciso a botte in un residence di Nervi.
«Io non ho mai affermato per principio l´innocenza di Antonio Rasero, ma il fatto che Katerina Mathas, sua convivente per qualche giorno a motivo della droga, sia stata scarcerata e messa in libertà, fa sorgere il dubbio su questo diverso, duplice trattamento. Rasero è volutamente un capro espiatorio? Ma per salvare chi o che cosa? Chi pensa alla sua vita, lui condannato senza che si sia esaurita, da parte di chi deve fare le indagini, tutta la giusta ricerca? Sono alcune tra le domande in cerca di risposta» aveva dichiarato Don Piero a Repubblica, nel mese di novembre. La denuncia pubblica, tanto più scomoda, sta ancora attendendo risposte. Mentre il gruppo Bethel continuerà a riunirsi nei locali messi a disposizione da don Andrea Gallo. (Fonte dell'articolo integrale)